Molto spesso l’attività di blogging viene considerata come secondaria tra le tante attività di digital marketing, dando magari più spazio all’advertising perché quest’ultimo porta risultati immediati. In realtà il content marketing dovrebbe essere il centro di tutte le strategie.
I motivi sono tanti, ad esempio quando si spengono le campagne pubblicitarie tutto torna alla normalità e i lead qualificati smettono di arrivare.
Un errore molto frequente è quello di scrivere articoli solo su fiere, eventi interni, anniversari, offerte o presentazione prodotti. Insomma stiamo parlando di un metodo di comunicazione che mette al centro l’azienda e non i bisogni dei clienti o potenziali tali.
Questo errore non permette all’azienda di monetizzare il blog e quindi questo strumento diventa non redditizio e infine superfluo.
Il content marketing diventa redditizio se viene fatto in maniera strategica, mettendo al centro l’utente o buyer personas dell’azienda e se viene veicolato in maniera corretta tramite tecniche SEO, di automation e di social marketing.
Infine sono tante le ricerche e le statistiche che dimostrano che la qualità di un lead proveniente da ricerche organiche è di sicuro migliore rispetto alla qualità di un contatto proveniente da campagne a pagamento.
Il metodo query first nel content marketing
Se abbiamo deciso di scrivere articoli per il blog aziendale, il primo passo da compiere è cambiare la nostra mentalità: dobbiamo capire i bisogni e le paure dei clienti, perché da questi bisogna partire per sviluppare una corretta strategia di content.
Per poter riuscire a intercettare questo bisogno espresso dai potenziali clienti è fondamentale trovare le query giuste.
Con “query” intendiamo una domanda, un’interrogazione o una richiesta ad un database. Nel web marketing si intende quello che le persone digitano su Google o un altro motore di ricerca.
Ognuno di noi, quando ha dei dubbi o cerca informazioni, digita sul motore di ricerca di riferimento (Google detiene circa il 94-95% del mercato italiano) domande o ricerche conversazionali per ottenere appunto delle risposte.
Quello delle ricerche conversazionali può dirsi un trend relativamente recente, ma in crescita costante; basti pensare, infatti, che se fino a 2 anni fa gli utenti, per trovare ciò che cercavano, utilizzavano query di ricerca molto più semplici e funzionali (in genere scrivevano il nome del prodotto o del servizio d’interesse), oggi invece formulano domande più specifiche, con un linguaggio conversazionale.
Si tratta quindi di ricerche che iniziano con “come fare”, “come ottenere”, “ho bisogno di” e “devo fare”.
Dalla query all’architettura dell’articolo
Capito il bisogno del potenziale cliente e intercettata la query principale bisogna creare il migliore contenuto possibile per soddisfare il bisogno dell’utente.
Questo è il punto più difficile: perché bisogna riporre in un angolo il desiderio di vendere i propri prodotti o servizi e cercare di dimostrarsi utile all’utente.
Help don’t sell!
Alla query principale che soddisfa i bisogni dell’utente si possono affiancare tutta una serie di keyword correlate che vanno ad ampliare il discorso e magari aiutano l’utente ad avere sempre maggiore padronanza dell’argomento.
Fondamentale sarà, in questo caso, mantenere una coerenza e una pertinenza con il bisogno primario dell’utente.
Insomma il segreto è scrivere per i potenziali clienti e non per noi stessi. La vendita avverrà in un secondo momento, quando diventerete rilevanti agli occhi del pubblico.
Quando pubblico l’articolo termina il mio lavoro?
Assolutamente no, il bello arriva ora. Nei primi mesi, piano piano, il motore proporrà agli utenti il tuo articolo. Può capitare che alcune query siano in linea con il nostro progetto iniziale, altre magari lo saranno meno.
Si tratta di tutta una serie di test che Google fa per valutare appieno il tuo lavoro e capire a chi lo può proporre. Si possono analizzare tutti questi dati sulla Search Console di Google.
Dopo 6-12 mesi dalla pubblicazione dell’articolo si può iniziare a tenere monitorati questi dati per scovare nuove keyword interessanti.
Quando le troviamo abbiamo due strade da percorrere:
- migliorare l’articolo in questione,
- scrivere un nuovo articolo utili agli utenti.
L’analisi dell’intento di ricerca degli utenti ci guiderà nella scelta della strada migliore. Se è il medesimo si percorre la prima strada, se invece è differente, si scrive un nuovo articolo.
Un buon articolo di un blog aziendale è come una buona bottiglia di vino, se invecchia bene porta sempre più soddisfazioni!
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